SULLA GIUSTIZIA

Città  del Sole, 27.3.2001

Quando ero piccolo, mi raccontavano una barzelletta che, nonostante gli anni, mi sembra ancora simpatica. Dunque …
Un importante uomo politico decide di farsi un giro per i vari enti pubblici, per rendersi conto di come funzionano effettivamente le cose. Il personaggio arriva in una scuola e si accorge che è carente di tutto. Si rivolge, allora, al suo fido portaborse e gli detta la cifra da stanziare per le scuole. Il segretario prende nota.
I due vanno, poi, in un carcere … anche qui le strutture sono insoddisfacenti. Il politico detta ancora una volta appunti al suo segretario. Questi, stupito dalla diversità  della somma assegnata, gli chiede:
- Scusi, onorevole, come mai per le scuole ha stanziato così poco e per le carceri tutti questi miliardi?
- Beh! A scuola ormai non ci torno più! - replicò serio l'onorevole.
E veniamo a noi.
Qualche giorno fa leggo su televideo che un uomo è stato denunciato "per istigazione a delinquere" per aver lasciato la sua auto in sosta, con il vetro abbassato e la chiave inserita. La notizia è passata inosservata ai più. Io stesso non l'ho più sentita né letta e nessuno ne ha fatto cenno in seguito… forse qualcuno che ne è venuto a conoscenza avrà  scosso la testa ritenendola solo degna di un sorriso amaro, forse qualcuno si è stupito che il fatto possa essere accaduto. Non si tratta in ogni modo di una notizia che fa scalpore, non merita l'onore di qualche riga sui giornali … forse è apparsa su Televideo solo per riempire un buco!
Anche se ho dovuto rileggere la pagina, non mi sono stupito più di tanto … la mia mente è corsa a qualche mese indietro quando, per sconfiggere, o almeno arginare, il fenomeno della prostituzione, si pensò di multare i clienti delle lucciole, di sequestrare loro le auto, di scattare foto da inviare a mogli e familiari … e via di seguito. In poche parole lo Stato, piuttosto che essere garante di giustizia, ricorre a mezzucci di piccolo delinquente, ricattando le potenziali vittime … che tristezza!

Ricordo anche che, nell'occasione, uno di questi clienti si suicidò "per la vergogna" allorquando incappò in una di queste sanzioni. Fui molto dispiaciuto per la morte di quel poveraccio, soprattutto perché lo consideravo una vittima di questo Stato incapace e negligente, uno Stato vile, sempre forte con i più deboli e debole con i forti. E spesse volte questo stesso Stato si mette al livello dei ladri di polli (per esempio in occasione del prelievo forzoso del 6 per mille) o dei delinquentucci di mezza tacca.

A caldo annotai su un foglietto alcuni appunti che mi riservavo di sviluppare successivamente. Poi quel pezzo di carta andò smarrito e lasciai cadere l'argomento. Ieri quel foglio mi è ritornato per caso tra le mai e riporto quello che avevo scritto: "Per colpire un crimine si punisce il più debole: il cliente della lucciola e non lo sfruttatore, l'acquirente del CD pirata e non chi li vende o li fabbrica, il fumatore e non il contrabbandiere. A quando il carcere per la vittima dell'usura e l'arresto per atti osceni in luogo pubblico per la ragazza violentata"? A quando la condanna al carcere, con la condanna per istigazione a delinquere, per le donne che hanno la sorte di essere belle? O ben curate? A quando la condanna al carcere per i deboli rei di farsi picchiare? Per gli ingenui che si fanno truffare? Quando inseriranno nel codice penale il reato di essere ricco, benestante, di avere una casa, una macchina, un orologio e via di seguito e quindi di istigare al furto, alla rapina, al sequestro di persona?
Ecco cosa pensavo allora ed i fatti mi hanno confermato che non ero lontano dalla realtà . Non avendo nessuna capacità  o volontà  di fermare il crimine, si mira a criminalizzare la vittima che alla fine si troverà  ad essere "cornuto e mazziato". Deve essere la vittima a fermare i colpevoli? E poi essere accusato di credersi nel Far West?

Non voglio passare per un nostalgico di tempi che non ho vissuto e che non conosco … però spesso ho sentito gente ricordare di quando si poteva lasciare la porta di casa aperta … ed invidio loro il fatto di aver avuto questa possibilità  senza essere incriminati. Ora invece non solo ti rubano tutto pur se chiudi la porta con cento catenacci, non solo non riavrai i beni perché mai nessuno arresterà  nessun ladro, ma dovrai giustificarti per il fatto di essere stato derubato.

Che tempi di cacca! Non so proprio dove si andrà  a finire continuando a non toccare Caino e torturando, invece, il povero Abele. Qui si sta perdendo il senso della misura … e della ragione. Ormai in questo paese di Pulcinella può succedere di tutto e la Giustizia è una chimera lontana.

Lettera del 30.3.2001 di un lettore di Metro - Hanno inventato tutto i due albanesi risarciti.

"Leggendo dei due albanesi che hanno ottenuto un risarcimento dallo Stato di 500 milioni di lire, mi viene da pensare che questi furbi individui abbiano imbastito ad opera d'arte tutta la storia, come attori consumati, con la complicità  della presunta vittima loro connazionale, che, guarda caso, poi li ha scagionati. Sapendo che ne valeva la pena, visto che ora sono milionari, si sono adattati per 13 mesi nelle carceri "italiane" che non sono peggio dei centri di accoglienza e degli alberghi della loro terra. Tutto ciò mi conferma i gravi dubbi che ho sulla giustizia italiana . E noi paghiamo".
Anche io sono d'accordo con il lettore e sono più sconsolato perché mi sono ricordato di quello che avevo letto qualche anno fa e che ora riporto per dovere di cronaca:
(Il Giornale - 17.3.1999) - Un mafioso fa il suo nome: innocente tre anni di galera.
Stette in galera fino al 18 ottobre 1988: esattamente 3 anni e 6 mesi. È di quell'anno la prima condanna: 3 anno per associazione mafiosa, assolto invece per l'omicidio. Il processo d'appello (6 novembre 1989) ridusse la condanna a 2 anni e 10 mesi. Lui comunque la galera l'aveva già  fatta. La Cassazione, il 13 febbraio 1990, annullò il processo d'appello. Lo rifecero da capo e (*) (*) fu completamente assolto nell'agosto del 1994. Aveva cinquant'anni. Riprese il lavoro e lo stipendio che gli avevano sospeso per 6 anni. Cominciò a pagare i debiti contratti dalla moglie, che per mangiare si era rivolta ad amici e parenti. Però, nel 1994, gli hanno dato 64 milioni di risarcimento".

Era italiano … Al cittadino italiano 64 milioni di lire, all'albanese mezzo miliardo! Meglio riderci sopra ... ormai invece che andare a teatro o al cinema, per ridere basta leggere la cronaca ed infatti qualche giorno fa ho ascoltato dalla televisione questa notizia che mi è sembrata quasi una barzelletta … e davvero ci sarebbe da ridere se non toccasse casi umani. Dunque, tempo addietro un minorenne investe un bimbo con l'automobile (ovviamente guidava senza patente). Iniziò un processo che è tuttora in corso; nel frattempo, però, l'investitore è morto; è deceduto pure chi gli aveva affidato la macchina e, per concludere, è morto anche il loro avvocato difensore. Tutto questo, è doveroso ricordarlo, è avvenuto nell'arco di quasi 30 anni, più di 5 lustri senza arrivare ad una sentenza definitiva.

Ecco la giustizia italiana. Ecco perché in Italia non emergono più grandi comici … in Italia è tutto una barzelletta.

Anche questa l'ha scritto il Tuscio


Anonimo Olevanese da piccolo osserva il mondo

Torna a sul lavoro degli immigrati oppure Vai a sulle mie opinioni